Le strategie del governo italiano per contrastare l’inflazione sui beni essenziali

Uno studio di Altroconsumo ha quantificato, nel 2022, un aumento medio del carrello della spesa degli italiani del 20% [Tara Clark/UnSplash]

Le crisi in serie che hanno colpito il continente europeo (pandemia prima, guerra in Ucraina poi) hanno messo a dura prova il potere di acquisto delle famiglie italiane.

In particolare, l’aumento dei prezzi dei beni essenziali, conseguenza dell’inflazione sempre più alta, ha impattato con forza nel 2022.

L’impatto dell’aumento dei prezzi sui beni di prima necessità

Secondo le rilevazioni di ISTAT, l’incremento dei prezzi al consumo ha raggiunto l’8,9% su base annua nel mese di settembre 2022.

Per capire quanto i prezzi siano aumentati, è utile riportare le rilevazioni di Altroconsumo, tra le principali società che tutelano gli interessi dei consumatori, sui beni essenziali.

Altroconsumo ha analizzato, tra gli altri, i prezzi di pasta, farina, olio extravergine d’oliva, olio di semi di girasole, zucchero, caffè in polvere, latte a lunga conservazione e passata di pomodoro, zucchine e banane.

“Dai risultati emerge che, rispetto ai prezzi medi rilevati a settembre 2021, per tutte e 10 le categorie di prodotto si registrano aumenti importanti, compresi tra il 7% e il 61%”, riporta l’indagine.

“Rispetto al mese precedente (agosto), invece, emergono segnali di stabilità e addirittura di riduzione di prezzo: in particolare il costo di farina (-1%), pasta (-1%) e olio extravergine d’oliva (-2%), ma soprattutto di caffè (-6%) e olio di semi di girasole (-5%) rispetto ad agosto, -11% rispetto a maggio”, prosegue la rilevazione.

Per zucchine e banane, precisa Altroconsumo, è stato mantenuto un confronto sull’anno, perché l’effetto della stagionalità di tali prodotti rende poco rilevante il confronto tra mesi e stagioni differenti.

Cosa succede, dunque, quando si riempie un ipotetico carrello della spesa, rispetto a un anno fa? Se nel 2021 si sarebbe speso per tutti questi beni sommati in media 20,16 €, nel 2022 se ne sarebbero spesi 24,19 € (+ 4,03). Un aumento di circa il 20%.

“Nello specifico – aggiunge Altroconsumo – il costo di ogni articolo ha subito una variazione considerevole, a cominciare dall’olio di semi di girasole: +61% in un anno. Si pensi che solo tra il mese di marzo e aprile 2022, l’incremento è stato del 36% e i prezzi hanno continuato ad aumentare fino a giugno”.

“Solo durante l’estate, si è registrato un primo accenno di stabilità e tra agosto e settembre 2022 il prezzo medio dell’olio di semi di girasole è sceso del 5%; rispetto a prima dell’estate (maggio 2022) la riduzione è stata dell’11%”, si legge nell’indagine.

Le contromisure del governo Meloni

Rispetto al controllo dei prezzi dei beni alimentari, né il governo in carica, né quello che lo ha preceduto hanno adottato misure mirate.

Nell’ultima legge finanziaria emanata dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, la maggior parte degli sforzi è stata destinata alla riduzione del prezzo dell’energia, particolarmente influenzato dall’inflazione.

A tale scopo, sono stati stanziati 21 miliardi di euro per sostenere le maggiori spese di famiglie e imprese.

Sono stati inoltre previsti bonus per le famiglie più povere per favorire il pagamento delle utenze domestiche. Sul piano del potere di acquisto, è stata ridotta al 5% l’IVA su prodotti per l’infanzia e per l’igiene intima.

500mila euro sono stati destinati alla creazione di un fondo per finanziare una “carta spesa”, gestito dai Comuni, per acquistare prodotti alimentari di prima necessità. Tuttavia, non ne è stato ridotto il prezzo per legge.

Taglio dell’IVA sui beni essenziali? Non (più) una priorità

Al momento, l’esecutivo non pianifica ulteriori misure per ridurre l’IVA sui beni di prima necessità.

Alcuni partiti, nella scorsa legislatura e nelle elezioni per la formazione dell’attuale parlamento, avevano proposto l’azzeramento dell’IVA per i beni di prima necessità.

Tra questi, il MoVimento 5 Stelle dell’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Tuttavia, al momento, la proposta non è in agenda.

Supporter